PECHINO, 14 APRILE 2013 -
Virus della nuova influenza aviaria si diffonde a Pechino. Primo caso
al di fuori della Cina orientale. Per lo Sportello dei Diritti evitare
la diffusione geografica con uno screening delle persone negli aeroporti
per fermare il virus. Una bambina di sette anni è il primo caso
confermato di Pechino di un nuovo ceppo del virus dell'influenza aviaria
che ha ucciso sino ad oggi 11 persone e infettato altre 37 in Cina
orientale.L’Health Bureau di Pechino ha riferito
che la ragazza, i cui genitori sono nel commercio del pollame vivo, è
stata ricoverata in un ospedale giovedi con sintomi di febbre, mal di
gola, tosse e mal di testa,. Oggi, dopo le analisi di controllo è stata
confermata che è stata infettata con il virus H7N9. La ragazza è stata
ricoverata in un ospedale ed è in condizioni stabili.Il caso nella capitale della Cina è il
primo confermato al di fuori della Cina orientale, dove il virus è stato
identificato a fine marzo, costringendo ad una massiccia macellazione
del pollame vivo e a divieti relativi al commercio di pollame in diverse
città, tra cui il centro finanziario di Shanghai. A Shanghai, centro
dell’epidemia, sono stati diagnosticati 21 casi, tra cui sette decessi.
Una persona è stata dimessa dopo la guarigione.Il virus variante dell’influenza aviaria
fu identificato il 31 marzo 2013, quando le autorità sanitarie cinesi
annunciarono che un virus classificato H7N9 aveva infettato tre
pazienti.A partire dal 12 aprile 2013, quaranta
casi di infezione umana con l'influenza A(H7N9) sono stati segnalati in
quattro province in Cina orientale (20 a Shanghai, 12 nel Jiangsu, sei
in Zhejiang e due in Anhui) dal 31 marzo 2013, dall'esordio della
malattia tra il 19 febbraio e il 5 aprile 2013. La data di esordio della
malattia è attualmente sconosciuta per tre pazienti. Undici pazienti
sono morti, 27 rappresentano casi gravi mentre tre sono casi lievi. Le
condizioni dei pazienti gravemente ammalati, sono in una condizione
stabile. L'età media è di 65 anni con un intervallo tra 4 a 87 anni; 12
di loro sono femmine.
Nessuna correlazione epidemiologica tra i
casi è stata identificata fino ad oggi. Più di 700 persone che sono
state strettamente in contatto con gli infettati sono monitorati
costantemente. Ci sono segnalazioni di un potenziale piccolo contagio in
famiglia della malattia intorno al primo caso, ma questo non è stato
confermato dai dati di laboratorio. Nel Jiangsu, l’inchiesta è in corso
per quanto riguarda un contatto di un precedente caso confermato che ha i
sintomi della malattia.L'origine di queste infezioni e la
modalità di trasmissione sono ancora da stabilire. Questa è la prima
volta che le infezioni umane con virus di influenza A(H7N9) sono stata
identificate.Le autorità sanitarie cinesi stanno
rispondendo a questo allarme di sanità pubblica con una sorveglianza
rafforzata, epidemiologica e con indagini di laboratorio e analisi. Il
settore sanitario ha intensificato le indagini sulle possibili fonti e
serbatoi del virus.
L'autorità ha riferito
all'organizzazione mondiale per la salute animale (OIE) che A(H7N9) è
stato rilevato nei campioni di carne dei piccioni e polli e nei campioni
ambientali in tre mercati di Shanghai. Questi mercati sono stati chiusi
e il pollame vivo è stato abbattuto. Il virus è stato rilevato anche in
14 campioni positivi in cinque mercati dove erano comercializzati
uccelli vivi in Anhui, Jiangsu e Zhejiang. Nessun vaccino è attualmente
disponibile per questo sottotipo di virus influenzale. I risultati
preliminari suggeriscono che il virus è sensibile agli inibitori della
neuraminidasi (oseltamivir e zanamivir).In questo momento non c'è alcun
segnale di trasmissione da uomo a uomo in corso e non c'è ulteriore
diffusione geografica. Altri sporadici casi dovrebbero essere ancora
segnalati. Per Giovanni D'Agata, fondatore dello “Sportello dei
Diritti”, lo screening negli aeroporti è la migliore soluzione per
fermare la diffusione dell’ influenza aviaria anche se è ancora troppo
presto per confermare la vera dimensione del problema. Un eventuale
rischio di diffusione della malattia in Europa è considerato basso,
anche se non è possibile escludere singoli casi provenienti dalla Cina.

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