domenica 5 gennaio 2014

Finiti in cella per mafia:Le telefonate tra Esposito e il legale.....

 
SCALEA (Cosenza) - Telefonate, sms, cene, confidenze, raccomandazioni, consigli. Si vedevano e si sentivano spesso il giudice Antonio Esposito e l’avvocato Mario Nocito, in carcere per associazione mafiosa e corruzione nell’ambito dell’inchiesta «Plinius» che a luglio scorso ha portato in carcere anche il sindaco di Scalea Pasquale Basile e cinque assessori. Tra il giudice che ha condannato in Cassazione Silvio Berlusconi al processo «Mediaset» e l’avvocato Nocito, indicato dal Riesame come il «deus ex machina» del patto politico-mafioso a Scalea, c’era un’amicizia solida, tant’è che il presidente di sezione della Cassazione non si negava mai al telefono ed era sempre a disposizione di Nocito. L’occasione giusta per vedersi era una tavolata con amici che si passavano gli inviti attraverso un sms. Come quello del 22 ottobre 2010. Parte dal telefonino di un commercialista ed è diretto all’ex sindaco Basile. «Cena al ristorante ci saranno il presidente Esposito e sto per chiamare Mario Nocito».

''Esposito: «Notizie false per delegittimarmi''»

«Mai avuto rapporti di amicizia l’avvocato arrestato, solo sporadici incontri. E nessun favore»

«Notizie false e strumentali» finalizzate alla «delegittimazione» in relazione alla sua attività di magistrato. Così il giudice Antonio Esposito, che ha presieduto il collegio della Cassazione che ha condannato Berlusconi nel processo Mediaset, definisce le notizie di stampa che riferiscono di frequentazioni con l’avvocato Mario Nocito e il sindaco di Scalea Pasquale Basile, arrestati a luglio per associazione di stampo mafioso. Esposito ha dato mandato al proprio legale perché proceda a sua tutela.
SPORADICI INCONTRI - «Mai avuto rapporti di amicizia con alcuna delle persone coinvolte nell’inchiesta giudiziaria che ha portato all’arresto dell’avvocato Mario Nocito e del sindaco di Scalea Pasquale Basile, solo sporadici incontri» afferma Antonio Esposito sulle ricostruzioni di stampa che parlano di frequentazioni e favori con gli arrestati, «professionisti ritenuti, prima dell’arresto di luglio, noti e rispettati», dice Esposito, che smentisce qualsiasi tipo di favore.

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