Lettera aperta ai cittadini di Scalea
Dove sono finiti i 15.000.000 di euro (e non solo) versati dai cittadini a tributi Italia s.p.a.?
Antonio Pappaterra (IDM). Verso il futuro amministrativo di Scalea senza certezze di bilancio. Chi sono i responsabili del fallimento economico e sociale di Scalea? E’ la domanda incessante che da giorni perseguita chi, come me, per anni, ha combattuto e denunciato le gravi inadempienze amministrative del comune di Scalea, nel periodo che va dal 2006 al 2013. Ma in fondo è lo stesso quesito che nel silenzio assordante di una cittadina ferita nel profondo si pongono centinaia di cittadini: dove sono finiti i soldi dei contribuenti che hanno pagato regolarmente le tasse e perché soffriamo un ammanco di bilancio che supera forse i 50.000.000 euro. Rispondere a questa domanda potrebbe sembrare facile, ma non lo è di fronte ad una realtà amministrativa comunale che ha scelto, in verità per dovere Istituzionale, di salvare il salvabile, cercando di ricostruire ruoli spariti attraverso il sistema e lo strumento dell’autocertificazione del contribuente, senza un minimo di censimento concreto sul territorio e di conseguenza senza un minimo di certezza sugli ammanchi ormai spariti o, per specificare meglio a questo punto: rubati! La terna commissariale in questo triennio ha dimostrato grande professionalità, anche se la scelta di distribuire migliaia di cartelle pazze per riequilibrare bilanci e ristabilire ruoli a spese dei soliti cittadini paganti non è considerata dal nostro punto di vista un azione giusta che garantisce equa distribuzione della spesa fra cittadini. Non è difficile chiedersi come può un cittadino che non lavora e stenta ad arrivare a fine mese ripagare o pagare tributi, fra l’altro, già versati e vedere che in una famiglia arrivano cartelle dello stesso importo a padre, madre e figli presenti, oltre che a persone decedute dal 1998. Ma al di la di quello che potrebbe rappresentare un palliativo per far rimanere a galla una nave in balia dell’oceano, quello che più preoccupa il cittadino di Scalea, in genere, è proprio la prospettiva che potrebbe attenderlo alle prossime amministrative. Ed oggi rivedere e sentire personaggi che, in un modo o nell’altro, tentano di riproporsi come fanciulli in tenera età, rinnovati nello spirito di futuri amministratori, dopo che sono stati per anni a scaldare sedie mentre la barca andava a fondo, non è proprio fantastico, ne entusiasmante. Senza considerare che ad accompagnarli, purtroppo, ci sono volti nuovi che hanno dimenticato o fanno finta di dimenticarsi, per convenienza e disonestà intellettuale, di chi ha fatto davvero la prima linea a Scalea, quando tutti facevano finta di non sapere e di non vedere che la città stava soffocando, oltre che nella cultura dell’illegalità, nell’immondizia, nel fallimento e nella sete . Oggi sono diversi coloro che guardano ai casi Plinius come i mali per eccellenza che hanno distrutto l’immagine della città, ma del furto subito, per alcuni versi più spudorato e vergognoso della vicende elencate sopra, che costringe tutti a soffrire per mancanza di servizi essenziali e opere adeguate alla città, pochi sono a farne riferimento. Eppure, anche in questo caso, ci sono dei responsabili, soprattutto politici che girano a piede libero e che vengono riproposti come esempio di “governance” e di clientela. Vergogna! Andiamo verso il futuro di Scalea senza certezze di bilancio per chiare responsabilità dirette ed indirette di queste persone e come alternativa a questa evenienza, nel silenzio assordante di una città che apparentemente sembra dimenticarsi dei mali subiti, nella miriade di programmi elettorali ormai in stampa ci si dimentica di dare giustizia al cittadino, quella di cui si avrebbe davvero bisogno per affrontare senza eccessivi disagi il futuro. Dove sono finiti i 15.000.000 euro versati a tributi Italia? Noi di Italia del Meridione Scalea a questa domanda pretendiamo risposte e porremo questo quesito come essenziale al programma amministrativo di cui saremo partecipi attivamente e come priorità in agenda per il benessere della funzione sociale del comune.
di antonio pappaterra

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